mercoledì 21 dicembre 2011

La Dodicesima Regola

Regola numero dodici: il DESTINO ?



DESTINO ? Questa regola propone un titolo che è, in un certo senso, una domanda … Ognuno può seguire il sentiero dello yogi senza per questo dover abbandonare il credo dei suoi padri: il nostro è un metodo per arricchire i propri orizzonti, non per impoverirli, quindi quando ci poniamo il quesito dei quesiti, lasciamo a ciascuno la scelta della terminologia da utilizzare … Quello che conta è la sostanza del concetto che ci si pone di fronte: come ci ha trattato la vita, come ci sta trattando, come ci tratterà andando avanti? …
La risposta la sottoporrà ognuno di voi alla riflessione di tutti … La mia riflessione su quello che genericamente ho chiamato il DESTINO, facendo riferimento ad una visione del mondo tipica delle nostre antiche culture, è la seguente:
Tutte le motivazioni di questo mondo, tutte le convinzioni di questo mondo, tutti i credo di questo mondo non cambieranno l’infimo ruolo con cui ognuno di noi si trova a confronto: non abbiamo voce in capitolo sul nostro destino, non sappiamo come e perché siamo entrati “in gioco”, né come e perché saremo “esclusi dal gioco” … Le “credenze” non sono che un palliativo, una “consolazione”, del tutto legittima, ma inesorabilmente tale … I fatti stanno lì a sbatterci in faccia l’ovvia conclusione … La mancanza di senso, la sproporzione fra l’universo e la sua complessità messi a confronto con le nostre piccole vite, la certezza di non poter controllare il nostro futuro, ecc.
Il DESTINO capriccioso degli antichi sembra in fondo una versione fra le più plausibili, eppure il consiglio di altri sapienti del passato e del presente sembra indirizzarci altrove …
Noi siamo soggetti a facili inganni, meglio definirli auto-inganni … Ci lasciamo facilmente confondere, per esempio, dalla “vetta” delle montagne … Ci illudiamo facilmente di “essere” il “nostro” cervello, o la “nostra” anima … Il mezzo privilegiato delle “nostre” illusioni sono i “nostri” occhi … Se non “vediamo” le cose possiamo facilmente ignorarle, ma non per questo esse “ci” ignoreranno! …
Ecco perché, alla fine del percorso di una vita, dopo aver affrontato ogni genere di esperienze, dopo essere stato sconvolto in ogni modo dai cambiamenti che la pratica può avergli imposto, lo yogi dall’alto delle vette di quel suo Centro dei Mille Petali, che tanto bene conosce ormai, si disporrà, pazientemente, a ripercorrere il cammino che lo riporta verso il basso, dove giace, avvolto nelle sue intricate spire il Centro del Serpente …
La conoscenza segreta fornitaci dal Frutto Proibito, non è poi poca cosa: sapere di essere “nudi”, di essere “senza protezione”, “senza confini” … E’ la conoscenza di essere percorso da un legame con il cosmo che non si può ignorare mai! … Se vediamo solo quello che ci mostrano gli occhi, siamo fregati!
La meditazione serve a questo: a vedere con tutto il nostro essere … Anima, corpo e frattaglie (tanto per citare un'altra magnifica persona) …




Sri-Pino.

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